Insonnia: un italiano su due dorme male

Per maggiori informazioni contatta l'esperto floriterapeuta all'e-mail gimenez@libero.it

 

Libro Consigliato 

 


Dormiamo meno di sette ore a notte. Un numero insufficiente. E sono proprio le donne le più sonnambule, soprattutto se hanno più di 45 anni o sono divorziate. Con gravi ripercussioni sulla salute.

Maledetto cuscino. A volte sembra davvero un macigno ed è praticamente inutile girarsi e rigirarsi nel letto (magari svegliando il nostro partner). Allora, meglio alzarsi e cercare di distrarsi, leggendo o guardando un po' di tivù (i programmi notturni sono davvero meglio del sonnifero). Capita ogni notte a molti, anzi a troppi. Esattamente a metà degli italiani.

Parliamo, ovviamente di insonnia. Sono ben il 50 per cento gli italiani che dichiarano di dormire male ed il 20 per cento soffre di insonnia cronica. E le donne sono le più colpite. In questi casi, ne risente la nostra stessa salute e la vita quotidiana. Secondo l'Associazione "Dormire Bene", presentatasi ufficialmente a Milano il 20 aprile scorso, dormiamo in media 7 ore e un quarto a notte, un numero assolutamente insufficiente per far riposare il nostro organismo.

I rischi? Innanzitutto un calo di produttività durante il giorno, che può arrivare a toccare vette del 50 per cento. Insomma, chi dorme poco o male rende la metà di quanto farebbe in condizioni normali. Con conseguenze drammatiche soprattutto per i guidatori. Il 30 per cento degli incidenti stradali, infatti, sono causati proprio da colpi di sonno spesso dovuto a insonnia cronica. Senza dimenticare i rischi per la salute: con un indebolimento delle difese immunitarie e una maggiore predisposizione alle malattie cardiovascolari (dormire poco fa aumentare la pressione del sangue e costringe il cuore ad un superlavoro).

I motivi sono sempre gli stessi. Stress, ma anche cattive abitudini alimentari (fumo e alcool presi la sera possono favorire l'insonnia, mentre, al contrario di quello che si crede, il caffè non tiene svegli perché la caffeina viene smaltita già dopo 40 minuti) e mettiamoci pure l'inquinamento acustico, fenomeno in aumento allarmante. L'età più colpita è quella tra i 45 e i 54 anni, dove sono addirittura il 70 per cento le donne che soffrono di disturbi legati al sonno. Stessa percentuale vale per le divorziate, mentre va meglio per le single (55,3 per cento contro il 44 per cento degli uomini) e un po' meno bene per le sposate (ne soffrono il 49 per cento, contro il 40 per cento degli uomini). Vivere da sole fa bene al sonno dunque? A guardare le statistiche parrebbe di sì.
Per sconfiggere l'insonnia, avvertono gli esperti, è necessario intervenire prima che diventi cronica. 

Occhi aperti sul sonno
Un buon riposo notturno è essenziale per una vita attiva, felice e sana. Per questo è buona regola quella di non sottovalutare i distrubi del sonno a cui siamo soggetti.

L’insonnia è una malattia seria che deve essere curata. Lo ha da poco ribadito, in occasione della Giornata Internazionale del Dormire Sano (22 marzo), l’Associazione italiana per la medicina del sonno, presentando lo studio Morfeo 2, la più vasta indagine nazionale sui problemi di insonnia che ha coinvolto diciotto Centri di Medicina del Sonno, oltre 600 medici di medicina generale e più di 11.000 pazienti.

I dati raccolti hanno permesso di stabilire che il 65 per cento degli italiani insonni si sente spesso stanco al risveglio mattutino, con conseguenti ripercussioni durante il giorno. L’insonnia per gli abitanti del Bel Paese non è un evento momentaneo: il 67 degli insonni dichiara infatti di soffrirne da più di un anno e l’80 per cento ne avverte le ripercussioni durante il giorno. Il popolo degli insonni si sente teso, irritato e depresso, oppure ha difficoltà di concentrazione o di memoria il giorno successivo alla notte passata in bianco.

Le principali vittime dell’insonnia (il 53 per cento) sono italiani che svolgono un’attività lavorativa (occupati o casalinghe) e che si assentano per malattia il doppio rispetto a chi dorme bene. Una grave conseguenza dell’insonnia sono gli incidenti: più del 50 per cento ha luogo in ambiente lavorativo, mentre un recente condotto su oltre 50.000 incidenti stradali avvenuti in Italia, quasi il 22 per cento era causato da sonnolenza.

Ma quali sono le ragioni che provocano l’insonnia? L’età, il sesso, l’attività sociale, le abitudini di vita, l’ubicazione della casa, i bisogni individuali influiscono sulle caratteristiche del riposo notturno. L’insonnia si presenta, di solito, come un disturbo momentaneo, dovuto ad un evento stressante; sotto questa forma può colpire qualsiasi categoria di persone e, in genere, ha la durata del periodo negativo che si sta attraversando. In altre situazioni, invece, compare associata ad abitudini di vita dannose che si protraggono nel tempo. Se l’insonnia dura a lungo, la persona che ne soffre può pensare di non riuscire mai più a riposare correttamente: la camera da letto e l’oscurità diventano nemici. Ad alterare l’equilibrio dei meccanismi complessi e delicati che regolano il sonno intervengono anche un consumo eccessivo di caffeina, di tabacco, di alcol, oppure il lavoro notturno ed orari poco regolari di addormentamento e risveglio. E ancora una camera da letto troppo rumorosa, calda o eccessivamente luminosa, cattive abitudini nutritive, disturbi psichiatrici, neurologici o sindromi dolorose.

Se si soffre d’insonnia occorre curarla. Dallo Studio Morfeo 2 è emerso che il 56 per cento degli italiani insonni non sono in trattamento, il 40,5 per cento di essi rifiuta le cure e il 7,3 per cento ricorre al fai da te. Occorre tenere presente che la diagnosi precoce e il trattamento tempestivo del disturbo ne prevengono l’aggravamento e il presentarsi di tutte quelle complicanze che sono legate alla cronica privazione di sonno: invecchiamento precoce, disturbi psicologici e comportamentali, ipertensione arteriosa e maggior rischio di patologie cardiovascolari.

A seconda dell’età, del sesso, dell’ambiente e della causa dell’insonnia, il medico che ha in cura un paziente insonne deciderà quale terapia prescrivere. Quella farmacologica prevede la somminstrazione dei farmaci “ipnotici”, che inducono o mantengono il sonno, particolarmente indicati per la cura delle insonnie acute o di breve termine. La terapia non farmacologica, invece, punta a normalizzare le abitudini errate dei pazienti insonni e si serve della cronoterapia (ritardare quotidianamente l’orario di addormentamento di tre ore, per risincronizzare l’orologio interno nel giro di una settimana circa), della fototerpia (esposizioni ripetute ad intense fonti luminose), della psicoterapia, per individuare le cause non immediatamente evidenti dell’insonnia.
Infine, la Floriterapia rappresenta un valido aiuto per curare l'insonnia in maniera assolutamente dolce e naturale.

Per maggiori informazioni contatta l'esperto scrivendo una e-mail a gimenez@libero.it

 risponde Liliana Gimenez Haas