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       Il colloquio con il 
      Floriterapeuta, sia esso di persona, telefonico o attraverso la posta 
      elettronica, è un fluido 
      incontro comunicativo relazionale con il paziente, che è stato portato 
      dalle sue emozioni disarmonizzate a chiedere aiuto per migliorare la 
      qualità della propria vita. Il colloquio mira alla comprensione intuitiva 
      ed empatica dei significati emergenti del rapporto, non definitoria né 
      definitiva, ma processuale, e si concentra su aspetti focali prevalenti. Il colloquio comporta attesa e 
      tolleranza. Rispetta e protegge l’individualità del paziente, senza 
      imporre; favorisce il processo di crescita; valorizza gli aspetti positivi 
      del paziente; approfondisce gli stati d'animo attuali. Alcuni rimedi 
      floreali sono "tipologici", si applicano cioè alla 
      costituzione e allo specifico temperamento della persona. Altri invece si 
      prescrivono in situazioni di disagio provvisorio, a seconda delle 
      variazioni dell’umore e delle emozioni di un determinato momento. Occorre 
      perciò essere attenti alla elasticità degli stati d’animo che possono 
      cambiare frequentemente, imparare a scavare con delicatezza tra le pieghe 
      dei propri sentimenti. Bisogna però evitare di cadere nella tentazione di auto-medicarsi quando non si è pienamente consapevoli di sé; la scelta 
      errata dei rimedi floreali può condurre a risultati deludenti e a giudizi 
      errati e ingiusti sulla terapia stessa. Ricordiamo per ultimo che chi 
      mente a se stesso in un certo senso nega la guarigione e cronicizza le 
      proprie tendenze caratteriali negative. La diagnostica dunque, poiché i 
      rimedi di Bach si rivolgono agli stadi mentali, è piuttosto fine, richiede 
      colloqui di oltre un’ora da parte del floriterapeuta che, su basi medico-cliniche e del colloquio 
      con risvolti psicologici, armato di sensibilità, apertura ed 
      abilità tecnica nell'andare oltre le parole, guiderà il paziente a 
      conoscersi in modo autentico, a rendere più consapevoli i suoi difetti, a 
      ricercare ciò che crea disagi e tensioni nella vita intima e nel 
      comportamento verso i propri simili e verso se stesso. L’esperto, operando 
      con tutta la dedizione possibile, offrirà al paziente un’atmosfera di 
      assoluta fiducia e lo coinvolgerà nel processo diagnostico, aiutandolo ad 
      interpretare istinti, emozioni e pensieri, individuando le emozioni e le 
      condizioni mentali negative che stanno a monte dei disturbi organici e che 
      aprono la porta all’infermità, aiutandolo a riconoscere il suo stato o la 
      sua malattia come parte legittima della personalità, a capirne il 
      significato e ad assumersene interiormente la responsabilità, senza 
      condannare. E accompagna il paziente 
		durante la crisi di 
		consapevolezza.
 Il Cambiamento - Si deve aspirare 
      coscientemente a un cambiamento, allo sviluppo della personalità. 
      Il metodo si ispira al messaggio: "sii te stesso, diventa chi sei". 
      L'obiettivo è quello di superare i blocchi spirituali per ristabilire la 
      comunicazione con la parola anima, altrimenti detta IO SUPERIORE, 
      scintilla divina o medico interiore, attraverso: la riarmonizzazione degli 
      schemi di comportamento negativi, per esempio passando dall'irritabilità 
      alla pazienza, allo scopo di ottenere la riattivazione delle capacità di 
      autoguarigione psichiche e fisiche, in base al principio "guarisci te 
      stesso". “Quando la persona giusta usa i mezzi sbagliati, 
      questi agiscono in modo giusto; quando la persona sbagliata usa i mezzi 
      giusti, questi agiscono in modo sbagliato” (proverbio 
      cinese).
 Ogni uomo ha 3 rappresentazioni, corrispondenti a:
 a) come si crede
 b) come lo vede l’altro
 c) com’è realmente.
 
 “Chi non percepisce nulla del proprio stato 
      interiore, ma vede tutto solo in maniera realistica, è malato come uno 
      psicotico che vede solo l’esperienza interiore” (Erich 
      Fromm).
 
 Scopi del primo colloquio in floriterapia di 
      Bach
 Conoscere il paziente. Farsi conoscere dal paziente. Decidere 
      se prendere o meno in terapia il paziente. Formulare delle ipotesi sul 
      lavoro terapeutico. Acquisire elementi per la strutturazione del setting. 
      Individuare i fiori di Bach da prescrivere. Portare la relazione 
      terapeuta-paziente ad un livello adulto-adulto.
 
 Obiettivi dell'interpretazione e della 
      riformulazione:
 Rendere esplicito il messaggio del paziente, 
      approfondendolo nelle sue parti ambigue o mancanti; facilitare il processo 
      di autoesplorazione da parte del paziente; aiutarlo a esprimere 
      direttamente le proprie emozioni; confermare l’accuratezza delle sue 
      percezioni.
 
 
 
		RIMEDI TIPOLOGICI 
		E RIMEDI COMPLEMENTARI
 L’individuazione dei rimedi “tipologici” ovvero “costituzionali”, cioè 
		che corrispondono alla struttura del carattere di una persona, porterà a 
		gerarchizzare le priorità e a scegliere quei fiori che riguardano il 
		paziente in modo profondo e cronico. Una stessa persona può essere ben 
		rappresentata da 3 o 4 rimedi costituzionali, anche se può presentare 
		tutti e 38 i fiori, alternativamente e con intensità variabile, come 
		stato transitorio. In realtà i 38 fiori sono presenti in tutti noi, 
		anche se, per diversi motivi, alcuni restano silenti mentre altri si 
		mostrano. Per noi i fiori costituzionali saranno quindi quelli la cui 
		complessità psichica dominerà l’intero stato disarmonico. Andranno 
		sempre pressi in cocktail.
 
			  
			L’individuazione dei 
			rimedi “complementari”, cioè relativi a stati d’animo negativi 
			transitori, che non formano parte del carattere, ma sono correlati a 
			situazioni contingenti, va fatta attraverso domande mirate. La 
			“piccola prescrizione” si fa prescrivendo i Fiori in base a sintomi 
			semplici ed evidenti: stanchezza per eccesso di lavoro, depressione 
			per lutto improvviso, stress da esame, ecc. Possono essere 
			prescritti nel cocktail, o direttamente dallo stock bottle nei casi 
			acuti, e se il fiore è stato scelto bene, l’effetto si sente dopo 
			poche ore. 
 
			  
       “Ciò che 
      comunemente intendiamo per “comprendere” coincide con “semplificare”: 
      senza una profonda semplificazione, il mondo intorno a noi sarebbe un 
      groviglio infinito e indefinito, che sfiderebbe la nostra capacità di 
      orientarci e di decidere le nostre azioni. Siamo insomma costretti a 
      ridurre il conoscibile a schema: a questo scopo tendono i mirabili 
      strumenti che ci siamo costruiti nel corso dell’evoluzione e che sono 
      specifici del genere umano, il linguaggio e il pensiero concettuale. …. 
      Questo desiderio di semplificazione è giustificato, la semplificazione non 
      sempre lo è. E’ un’ipotesi di lavoro, utile in quanto sia riconosciuta 
      come tale e non scambiata per la realtà.
 (Primo Levi: “I sommersi e i 
      salvati”, Einaudi, 1993, Torino, pag. 24 e 25).
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       Scriveva Nora Weeks nella 
      biografia di Edward Bach: "…restare al fianco del paziente e osservare. 
      Osservare come reagiva alla malattia, come questa reazione incideva sulla 
      malattia stessa. A poco a poco si rese conto che uno stesso trattamento 
      non sempre curava la stessa malattia, che rimedi che curavano un paziente 
      non agivano allo stesso modo su altri, che pazienti simili per 
      temperamento rispondevano allo stesso rimedio, arrivando finalmente alla 
      conclusione che la personalità dell’individuo aveva più importanza del 
      corpo nel trattamento della malattia. La personalità del paziente, 
      l’essere umano che soffre, diede a Bach l’indicazione chiave del 
      trattamento richiesto. La visione che il paziente aveva della vita, le sue 
      emozioni, i suoi sentimenti, furono per Bach punti di prima importanza nel 
      trattamento della malattia fisica". E se 
		volete approfondire l'argomento, vi consigliamo 
		
		questo libro
		
		 
         
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