Ringraziamenti  
    La storia di Diana non finisce qui. Continua. La protagonista è ancora una nostra
    compagna di viaggio in questa vita. Ma continua pure nella mia mente. Lho pensata
    troppe volte e lho raccontata con un trasporto naturale, con una passione insolita
    che mi ha travolto nei due anni di lavoro, mentre raccoglievo e mettevo insieme i pezzi
    del mosaico. In questo lavoro molte sono le persone che mi hanno aiutato e a cui desidero
    esprimere i miei sentimenti di gratitudine. 
    A Daniela Buratti, per avermi messo in contatto con il personaggio di cui già da tempo
    avrei voluto raccontare la storia. 
    A Cesare Domenici, Carlos Echague, Mariolina Assennato, Mirko Burti, Ninì Sacco, Paola
    Falorni, Paola Montesanti, Giordana Di Veroli, Toni Germani, Emilio Zeffiro, Graziella
    Morell, Lea Costa, Alessandra Tubaro, Juan José Avilés, Tommaso Sansone, Jorge Neves
    (Gegé), Claudio Maioli, Carlos Vallejos, Edy, Italia e Carlo Olivieri, miei amici di
    sempre, per aver seguito levoluzione del racconto esprimendo commenti, critiche,
    osservazioni e soprattutto incoraggiandomi a proseguire nellimpresa. 
    A Cristiano Rattazzi, per aver creduto nel mio libro al punto di averlo inviato a sua
    madre, Susanna Agnelli. A Rosalba Campra, geniale scrittrice argentina e per mia fortuna anche cara amica, per i
    suggerimenti preziosi. 
    A Carlo Bazzani, dellAgenzia Italia, per averlo sottoposto agli onorevoli Nichi
    Vendola e Laura Balbo. A Maria Grazia Maragno, per la consulenza legale. 
    Agli psicologi Margherita Iavarone, Lidia Mangiaracina, Timoteo Nori, Marisa
    Tangianu e Cristina Pani. A Luis Estrada Fernández, assessore alla cultura del Consolato di Colombia, per la
    cordiale collaborazione nellaccurata ricerca della storia colombiana. A Francesca Gandolfo, per avere revisionato il testo con amorevolezza e in piena vacanza.
      A Ennio Morricone, persona di rara sensibilità e talento con cui ho lavorato, musa
    ispiratrice del mio lavoro. 
    A Mimmo e Catherine Enea, a Giorgio e Luana Doddi, amici nuovi e agguerriti tifosi.
      A Mario Fargetta, per aver voluto intermediare un mio incontro con Platinette.
      Ad Alberto Granado per linvito a Cuba quando avevo bisogno di ispirazione, e ad
    Alberto Sordi, per la pacca sulla spalla sul set di Incontri Proibiti quando
    proprio mi serviva. A Pino Sgrò, per avermi riprogrammato il computer in meno di 24 ore, quando partivo per
    lArgentina per finire il libro. 
    A Romano Musumarra e Linda Williams, per avermi fatto conoscere Ginette, amica di
    Coccinelle. A Julio César De la Fuente, insuperabile maestro di tango argentino e mio amico, per
    avermi prestato il suo nome per il personaggio del conquistatore iberico. 
    A Pierluigi Pirandello, grande nipote di un grande nonno (Luigi) della cui amicizia mi
    onoro, e a Ottavio Rosati, che hanno creduto a prima vista nella mia opera. Ad Aurelio Magistà, caporedattore del Venerdì di Repubblica, per le sue
    critiche. A Stefano Zecchi, per le lettere di incoraggiamento. 
    A Franco Bracardi, per la sua puntuale disponibilità a promuovere le mie iniziative.
      A Cuini Amelio Ortiz per le osservazioni implacabili ma efficaci, e al mitico Héctor
    Navarrete per i disegni delle magiche sirene volanti che mi ha dedicato. A Gisella Cannarsa, floriterapeuta e amica effervescente scovata via Internet, per avere
    aggiunto qualche piuma colorata alle ali della mia sirena. A Luigi Masi, inconsapevole artefice di un incontro importante della mia vita: Giacomo
    Mangiaracina, medico e psicologo, uomo di talento e protagonista di grandi sfide, aiuto
    provvidenziale, a cui questo libro deve ogni sostegno, ogni libertà, ogni certezza, ogni
    speranza, ogni felicità. 
    A Leandra, mia madre 
     
    Liliana Gimenez 
	(liliana.gimenez55@gmail.com) 
        
	 
 
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